Sara è una donna sola che ha vissuto il lutto per la perdita di suo marito e delle sue due bambine. Incapace di reagire, si trascina nella routine della sua quotidianità senza trovare ristoro, ignara del fatto che presto qualcuno arriverà a stravolgergliela.
Salvo è un uomo duro e incapace di manifestare emozioni. Si sforza di far funzionare la sua relazione con Margherita, donna fragile e innamorata. Il loro rapporto inizierà a logorarsi quando dei fatali avvenimenti li condurranno entrambi in due città diverse e i destini dei tre personaggi cambieranno per sempre.
ESTRATTO
Erano le cinque del mattino e aveva gli occhi spalancati , la città di Torino taceva ancora, tutto era silenzioso, nessuna macchina o voce per strada , Sara non dormiva bene più da tempo oramai , era così triste . Solo poco tempo prima aveva una vita felice, e invece oggi si ritrovava sola , in una casa casa troppo grande per lei e con troppi ricordi sparsi. Decise di alzarsi perché restare a letto a fissare il soffitto la faceva stare male, ogni volta riaffioravano le immagini di un tempo, e le sue lacrime cominciavano a sgorgare come un fiume in piena, non voleva più soffrire, desiderava mettere a tacere tutto, cancellare la memoria, resettare il suo cuore, tutto ciò era impossibile, poteva solamente cercare di essere forte e aspettare, aspettare che il tempo lenisse le ferite per poi rimarginarle , ma sapeva anche che ci sarebbero voluti non un giorno, non un mese, e forse nemmeno un anno, ma molto di più. Oramai dormiva tre o quattro ore per notte, quella mattina si trascinò in cucina a preparare il caffè come al solito, accese la radio per sentire il notiziario , la solita pioggia giornaliera, una lite familiare finita male, l’emergenza clima , tutto come al solito, si sentiva come anestetizzata, nulla le suscitava emozioni, era diventata insensibile a tutto, priva di ogni emozione, come una bambola di porcellana . Le prime luci dell’alba iniziavano a filtrare dalla tapparella del salone, avrebbe dovuto piovere dicevano, allora perché le sembrava di vedere il sole? Non ci fece troppo caso , la sua cucina aveva un tavolo rotondo di legno lucido, con quattro sedie anch’esse dello stesso materiale, come spazio era piuttosto piccolo rispetto al resto della casa, ma aveva deciso così . Sul frigorifero era pieno di calamite , quelle dei viaggi che aveva fatto, ne collezionava una ad ogni partenza, New York, Parigi, Londra, Roma, Las Vegas e molte altre, quando lo aprì vi trovò del latte parzialmente scremato vicino alla scadenza, qualche cipolla e dell’acqua naturale. Era magra come un chiodo, mangiava pochissimo, sentiva la gola talmente stretta che ad ogni morso che buttava giù si sentiva soffocare, per questo smise di deglutire cose troppo solide, si faceva grandi zuppe di latte con biscotti in ammollo, minestre di legumi tritati, caffè, formaggi spalmabili, peccato che quella mattina non aveva nulla di tutto ciò, a parte il latte. Doveva andare a fare la spesa altrimenti sarebbe morta di fame, decise che l’avrebbe fatto dopo il lavoro. Trascinata con la tazza di caffè e latte nel salotto , si buttò un po’ sul divano in pelle a contemplare il televisore spento, erano mesi che non lo accendeva più, le metteva angoscia. Il colore che primeggiava in casa era il bianco vintage, amplificava gli spazi, adorava le candele e le metteva ovunque, una volta le accendeva anche . Il divano in pelle beige l’aveva scelto lei, i quadri di Frida Khalo anche, adorava le sue opere d’arte, oltre ad adorare lei. Le sei di mattina, era ora di andare a farsi una doccia e sistemarsi per l’ ufficio.
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 dal romanzo 'CERCAVO AMORE ' di Mariagrazia Testaferrata